La “reginaā che si eā tolta il burqa e ha salvato la sua gente
Zinat era una ragazza come tante altre che viveva in un villaggio sperduto, in unāisola del Golfo Persico, tra la minoranza araba dellāIran; e questo vuol dire che non aveva diritti, che doveva starsene zitta, che per lei decidevano gli uomini, che lāhanno costretta a sposarsi a 12 anni, che era considerata una macchina per fare figli. Rimasta sola con tre figli a 18 anni, si ĆØ ribellata a un destino ingiusto, ha studiato, si ĆØ tolta il burqa, ĆØ insorta contro i pregiudizi di una societĆ maschilista, ha amato le bellezza della sua terra e ha lavorato: oggi ĆØ āla regina di Gheshmā, ricca, potente, ma che soprattutto dĆ lavoro e di che vivere a centinaia di persone, soprattutto donne come lei, che hanno capito il valore del loro essere. La sua storia ĆØ lāimmagine intensa di un Iran che cresce e che cambia alla velocitĆ della luce.
Anno uno, quando Zinat non era nessuno
Zinat nasce nel villaggio di Salakh, paesello di 3 mila anime a sud dellāisola di Qeshm, nel Golfo Persico, a una sessantina di chilometri di mare dallāOman.
Il villaggio ĆØ popolato dalla minoranza araba dellāIran, ĆØ interamente sunnita (al contrario della maggior parte dellāIran) e lāarabo eā la prima lingua, seguito dal Bandariā, un dialetto del persiano. Tuttora, poche donne girano senza il ābarghĆ ā(burqa), che impedisce di scorgere la bellezza particolare di esili ninfe dalla pelle color ambra, dai lunghi capelli e dagli occhi neri.
Eppure, anni fa, una donna che era rimasta sola con tre figli, tolse il burqa e iniziò a lavorare, ribellandosi ad un destino che secondo le tradizioni della sua società , le riservava solo umiliazioni.
āIl nostro villaggio non aveva un ospedale e molte donne morivano dissanguate perchĆ© alle doglie del parto, dovevano essere trasferite in barca a Bandar Abbas. Il nostro villaggio non aveva una scuola media femminile e le ragazze non studiavanoā.
Lei pur avendo tre figli, riesce ad andare nella vicina Bandar Abbas, studia, prende il diploma, poi diventa aiuto-ostetrica e torna nel villaggio, mettendo su una sorta di clinica. Ma solo perchƩ voleva farsi valere, venne boicottata da tutti, era il diavolo in persona.
āNon mi invitavano ai matrimoni, gli uomini avevano proibito alle mogli di parlare con me. Io per legge dello Stato dovevo mettermi lāuniforme nellāambulatorio e non potevo indossare il burqa. Ma per loro avevo commesso unāazione abominevole. Solo quando le mogli dovevano partorire mi venivano a chiamare e io aiutavo lo stesso; quando finiva il parto, se ne andavano senza dirmi grazieā.
Lei prosegue: āZinat ĆØ un uomo, non ĆØ mica donna. Io mi offendevo tantissimo ma non potevo dire nulla. Non per me stessa, perchĆ© loro credevano che le donne non servissero a nulla e che non fossero in grado di fare cose utiliā.
La āregina di Salakhā
Dopo aver fatto nascere 2 mila bambini, Zinat decide di avverare un sogno che aveva da quando era bambina.
Lei fonda il āBagh-e-Ayynhaā (Il Giardino delle Tradizioni), una sorta di B&B caratteristico. Quando lei inizia, la maggior parte degli uomini del villaggio fanno i ShutƬ (barcaioli contrabbandieri di merci) e per questo molte volte vengono uccisi; cāĆØ tanta povertĆ e tante vedove, sono costrette a crescere i figli nella povertĆ .
Zinat, trasforma casa sua in un ostello, inizia a chiedere alle donne del quartiere di venire da lei e di cucinare i piatti tradizionali, che fanno impazzire i primi visitatori, che provengono da altre zone dellāIran. Nellāorticello di casa sua inizia a piantare verdure fresche, studiando le feste e le cerimonie tradizionali (in cui la musica ĆØ un elemento che non può mancare), invita alcuni vecchi musici e comprende che il turista ĆØ disposto a pagare per assistere ad un rito come il Zar, una sorta di canto ritmico accompagnato dai tamburi che in antichitĆ si suonava nel villaggio per allontanare gli spiriti maligni. Per cucinare per i turisti, allāinizio solo iraniani, inizia ad essere serio il giro di acquisti dai pescatori. Poi entrano in gioco gli autisti, che sempre per conto di Zinat, accompagnano i visitatori a vedere le diverse attrazioni dellāisola di Qeshm.
Persino le bimbe e le giovani ragazze, che nella zona apprendono come abbellirsi la pelle con tatuaggi di HennƩ, iniziano a mettere a disposizione le loro maestranze al servizio delle donne che arrivano in visita.
Nel villaggio di Salakh, anche gli anziani, e pure gli uomini che lāavevano accusata di essere una persona iniqua, si accorgono che lei ĆØ la salvezza. I turisti arrivano, arrivano i soldi, i ragazzi non muoiono più perchĆ© portano la gente a vedere i posti più belli, invece di morire in mare. Zinat diventa Khale Zinat (Zia Zinat), e tutti la amano, ma lei diventa soprattutto ālāamica delle vedoveā.
Lāamica delle vedove
Nel villaggio di Salakh ci sono tante vedove povere, con figli anche piccoli, e la casa di Zinat, non ha posto per tutti quelli che arrivano. Ed allora lei inizia un progetto fantastico. Nella casa di ognuna delle vedove del villaggio, fa preparare con suo investimento una stanza in maniera lussuosa. Usa le migliori pietre per coprire il pavimento e le pareti, la abbellisce, la provvede di condizionatore e crea anche un bagno ed una doccia con standard elevati. Così, quando arrivano i turisti, tranne i pochi che vanno in casa sua, gli altri si dividono nelle case delle vedove del villaggio, che iniziano a guadagnare, offrendo ospitalità a chi arriva.
Dalla scuola di Salakh al politecnico di Milano
Iniziano ad arrivare i turisti stranieri, e probabilmente tra i primi ci sono anche gli italiani. Zinat senza avere mai visto lāItalia, si innamora del Belpaese, e i tre figli che lei ha cresciuto con difficoltĆ e duro lavoro, uno dopo lāaltro, partono dalla scuola malandata di Salakh per andare a studiare al politecnico di Milano. Il figlio maggiore Adnan, ingegnere informatico, ha terminato gli studi nel 2010 ed oggi ĆØ il vicario della madre e dirige la maxi-impresa che dĆ lavoro diretto a 500 persone. La figlia di Zinat, che oggi studia nel capoluogo lombardo, sta stringendo un accordo con āCittaā della Scienzaā e giĆ sono tanti coloro che arrivano dallāItalia. Zinat, che solo negli ultimi anni ĆØ stata riconosciuta anche a livello nazionale come una delle donne modello, e ha ricevuto diversi riconoscimenti dal governo, ha viaggiato in Italia, Francia, Svezia, Danimarca e Belgio per apprendere le esperienze altrui nel settore dellāagriturismo. I suoi figli, lāaiutano nella modernizzazione della sua impresa.
Il carnevale dellāallegria
Zinat aveva un problema, dāestate, quando il caldo a Qeshm ĆØ torrido, il suo B&B non era frequentato e la situazione economica nel villaggio peggiorava. E quindi si ĆØ inventata āKarneval-e-Shadiā ovvero āIl Carnevale dellāAllegriaā. Sceglie un team soprattutto di donne del villaggio e prende artigiane, cuoche, musiciste, e visita le diverse cittĆ dellāIran e li organizza feste e cerimonie con musiche e cucina tradizionale. La sua iniziativa ha riscosso grande successo in Iran e nel 2017, ĆØ stata ospitata e sponsorizzata in 8 nazioni europee.
Capo del Consiglio di Amministrazione e celebrity
Alle elezioni dei consigli amministrativi, è stata la prima donna a candidarsi a Qeshm e tra 320 candidati ha ricevuto il voto più alto. Zia Zinat, oggi 50enne, è anche un personaggio politico ma soprattutto una celebrità , due film sono stati realizzati dai cineasti iraniani sulla sua vita ed un libro è stato scritto sulla sua biografia.
Oggi lei comanda il villaggio intero, a decine e centinaia di uomini, nessuno le chiede più di mettersi il burqa e se qualche giovane ragazza non lo vuole più indossare, come fece Zinat, nessun uomo del villaggio, ha più il coraggio di boicottarla.
credits: https://crognali.it/podcast
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