La lettera di Khomeini a Gorbaciov a suo tempo fece scalpore. E’ il gennaio 1989. La guida suprema della Repubblica Islamica dell’Iran scrive al segretario del Partito comunista sovietico. Il senso della lettera è: il comunismo è morto, il prossimo decennio vedrà la rinascita mondiale dell’Islam. Khomeini muore a giugno. A novembre cade il muro di Berlino. Due anni dopo l’Urss si dissolve. 

 


Nel Nome di Dio Clemente e Misericordioso

Egregio Signor Gorbaciov, Presidente del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, auspico a Lei e al popolo sovietico felicità e prosperità.

Poiché da quando è stato eletto alla dirigenza dell’Unione Sovietica si avverte che Lei, nell’analisi degli accadimenti politici del mondo, in particolare in relazione ai problemi dell’Unione Sovietica, è venuto a collocarsi in una fase nuova, di revisione, di cambiamento, di mutamento di condotta e, poiché il Suo coraggio e la Sua audacia nell’affrontare la realtà del mondo potrebbero essere fonte di trasformazioni e di mutamenti negli equilibri attualmente imperanti, ho ritenuto necessario sottolineare alcuni punti.

Anche se il limite delle Sue nuove riflessioni e decisioni potrebbe essere costituito dal fatto che esse siano solo un modo per risolvere problemi di partito e, accanto ad essi, alcune difficoltà del Suo popolo, pur in questa misura, il coraggio di procedere alla revisione di una ideologia che da anni teneva prigionieri in una fortezza di ferro i figli rivoluzionari della terra è lo stesso degno di lode. Se il Suo pensiero si innalzerà al di sopra di questo fatto contingente, la prima cosa che sicuramente Le recherà successo è la messa in atto di una revisione della politica dei Suoi predecessori, politica che ha portato a cancellare Dio e la religione dalla società. Ciò ha costituito certamente il più grave danno inferto al popolo sovietico. Sappia che un approccio reale con gli accadimenti del mondo non è concepibile che per questa via.

Ovviamente è possibile che, a causa dei metodi sbagliati e dell’operato dei precedenti uomini di governo comunisti in campo economico, si affacci l’immagine del verde giardino del mondo occidentale. La verità è tuttavia altrove. Se in questa circostanza si limiterà a un mero sciogliere i nodi gordiani dell’economia comunista e socialista ricorrendo alle regole del capitalismo occidentale, non solo non curerà i mali della Sua società, ma sarà altresì necessario che altri venga a porre rimedio ai Suoi errori. Oggi infatti, se per quanto riguarda i metodi economici e sociali il marxismo è giunto a un vicolo cieco, anche il mondo occidentale si trova in difficoltà di fronte a questi stessi problemi, sebbene in forme diverse, oltre a dover fronteggiare altre difficoltà.

Egregio Signor Gorbaciov, bisogna aprire gli occhi alla verità. La difficoltà principale del Suo Paese non è costituita dal problema della proprietà, dell’economia e della libertà. Il vostro problema è l’assenza di una vera credenza in Dio, lo stesso problema che ha trascinato o trascinerà l’Occidente in un vicolo cieco, nel nulla. Il vostro problema principale è la lunga lotta contro Dio, contro la Fonte dell’esistenza e della creazione.

Egregio Signor Gorbaciov, è chiaro a tutti che d’ora in poi bisognerà cercare il comunismo nei musei della storia politica del mondo. Il marxismo, infatti, non rappresenta una risposta a nessunissimo reale bisogno dell’uomo. Si tratta di una dottrina materialistica e col materialismo non si può certo far uscire l’umanità dalla crisi provocata proprio dalla non credenza nello spirito. E’ questo il male principale della società umana, all’Est come all’Ovest.

Egregio Signor Gorbaciov, è possibile che per molti versi Lei, apparentemente, non abbia volte le spalle al marxismo e che ancora, in futuro, nei Suoi discorsi esponga la Sua piena credenza in esso. Ma Lei sa che, in realtà, non è così. Il Capo della Cina ha inferto al comunismo il primo colpo, Lei il secondo e, a quanto pare, l’ultimo. Oggi al mondo non esiste più qualcosa chiamato comunismo. Ma da Lei voglio davvero che nell’abbattere le mura delle illusioni marxiste non vada a cadere nella prigione dell’Occidente e del Grande Satana.

Spero che troverà la vera gloria costituita dall’aver spezzato via dalla storia e dal Suo Paese gli ultimi sedimenti imputriditi creati nel mondo comunista da settant’anni di deviazioni. Oggi ormai anche i governi che si muovono nella vostra stessa direzione, il cui cuore batta e per la patria e per i loro popoli, non sono più disposti a impiegare le ingenti risorse dei loro paesi, i prodotti del sottosuolo per dimostrare i successi del comunismo, le cui ossa si stanno sgretolando con uno scricchiolio che è già giunto alle orecchie dei loro figli.

Signor Gorbaciov, quando dai minareti di alcune vostre repubbliche, dopo settant’anni, si è levato il grido Allah Akbar e la testimonianza di fede nella missione dell’ultimo Profeta (che la pace sia con lui e con i suoi Discendenti), tutti i seguaci del puro Islam mohammadiano hanno pianto di entusiasmo. Per questo ho ritenuto necessario richiamare alla Sua attenzione questo problema, per invitarla a riflettere ancora una volta sulle due visioni del mondo, quella materialistica e quella ispirata alla dottrina dell’unità divina.

I materialisti considerano i sensi criterio di conoscenza su cui si fonda la loro concezione del mondo: ciò che non viene percepito attraverso i sensi è ritenuto estraneo all’ambito della scienza. Essi concepiscono l’esistente come equivalente al materiale: ciò che non è materiale per loro non esiste. Di conseguenza il mondo metafisico, l’esistenza di Dio, la Rivelazione, la Missione profetica, la Resurrezione sono stimati null’altro che fiabe. Il criterio di conoscenza su cui si fonda la concezione monoteistica è costituito invece e al senso e dalla ragione. Ciò che è razionale, anche se non viene percepito dai sensi, rientra nel dominio della scienza. Di conseguenza l’esistente è costituito dal visibile e dall’invisibile, per cui anche ciò che non è materiale può esistere. Come il concreto presuppone l’astratto, così la conoscenza sensitiva è sostenuta da quella razionale. Il Santo Corano confuta il fondamento stesso della concezione materialistica. A coloro che pensano che Dio non esiste – ché, se così non fosse, sarebbe visibile – [II, 55], rivolge queste parole: (VI, 103). Ma lasciamo il diletto e santo Corano e le argomentazioni che esso offre riguardo alla Rivelazione Divina, alla Missione profetica e alla Resurrezione, ché Lei si trova ancora all’inizio del discorso. Non intendevo affatto trascinarLa nei meandri dei problemi filosofici, in particolare quelli della filosofia islamica. Mi limiterò soltanto ad esporLe uno, due esempi molto semplici, attinenti alla natura umana e alla coscienza da cui anche i politici possono trarre profitto.

Il fatto che la pura materia, l’inanimato non abbiano coscienza di sé costituisce un assioma. Di qualunque cosa si tratti, sia esso un monumento di pietra o una statua di un corpo umano, le varie parti dell’oggetto in questione sono all’oscuro le une dalle altre. Al contrario, vediamo chiaramente che gli individui umani e gli animali sono consapevoli di ogni loro singola parte, sanno dove si trovano, che cosa succede nel loro ambiente e che cosa attraversa il mondo. Se ne deduce che nell’uomo e negli animali esiste qualcosa di diverso che è al di sopra della materia e da essa distinto, che sopravvive alla morte di questa.

L’uomo, per sua natura, anela a ogni perfezione in modo assoluto. Lei sa bene come l’individuo ambisca a essere potenza assoluta del mondo. Egli non è lusingato da nessun potere che non sia tale. Se anche avesse tutto il mondo a disposizione, qualora gli si dicesse che esiste anche un altro mondo, per sua natura, desidererebbe possedere anche quello. L’individuo, per quanto sapiente possa essere, qualora gli si dicesse che esistono altre scienze, per sua natura, desidererebbe apprendere anche quelle. Deve quindi esistere un potere assoluto, una scienza assoluta a cui l’uomo dono il suo cuore.

Esso è Dio Onnipotente. Noi tutti ce ne rendiamo conto, anche se non ne siamo consapevoli.

L’uomo desidera raggiungere la Verità assoluta, annullarsi in Dio. L’anelito alla vita eterna, che è insito nella natura di ogni individuo, è un segno dell’esistenza di un mondo eterno esente dalla morte.

Se Lei, Eccellenza, desiderasse approfondire questi argomenti, potrebbe impartire gli ordini necessari affinché gli esperti di queste discipline, oltre allo studio dei testi filosofici occidentali, si rivolgano anche agli scritti di filosofia peripatetica di Farabi e di Avicenna (che Dio ne abbia misericordia). Così sarà chiaro che il principio di causalità, su cui si fonda ogni conoscenza, appartiene alla sfera dell’intelligibile, non a quella del sensibile. Ciò vale, allo stesso modo, per la comprensione dei significati universali e per le leggi generali su cui si fonda ogni argomentazione. Potranno anche attingere ai libri di Sohravardi (che Dio ne abbia misericordia) sulla filosofia illuminativa, così spiegherebbero a Sua Eccellenza come il corpo e ogni altra esistenza materiale hanno necessità di un’illuminazione, di una Luce assoluta che prescinde dai sensi e come la comprensione esteriore della propria identità da parte dell’essenza umana non è un fenomeno sensoriale. E chieda ai vostri grandi professori di studiare la teosofia di Sadr ol Mota’alehin (che Dio si compiaccia di lui e lo ponga il Giorno del Giudizio nelle file dei profeti e dei virtuosi). Apparirà così chiaro che la verità scientifica è certamente un esistente che prescinde dalla materia. Ogni pensiero è immateriale e non è sottoposto alle leggi della materia.

Non La voglio stancare ulteriormente e non Le citerò le opere degli gnostici, quali, soprattutto, Mohi ol Din Arabi. Se vorrà conoscere le argomentazioni di questo Grande, mandi a Qom alcuni dei Suoi brillanti esperti, ben ferrati in questo genere di problemi, cosicché, dopo alcuni anni, con l’aiuto di Dio, potranno comprendere quella profondità che è più sottile di un capello, che è costituita dai successivi stati della vera conoscenza.

Egregio Signor Gorbaciov, dopo un cenno preliminare a questi problemi, Le chiedo di compiere un serio e approfondito studio dell’Islam, e questo, non perché l’Islam e i musulmani abbiano bisogno di Lei, ma per i valori superiori e universali di questa religione. Tali valori possono essere strumento di liberazione e di benessere di tutti i popoli, possono aiutare a sciogliere i nodi e le difficoltà fondamentali dell’umanità. Una seria riflessione sull’Islam potrebbe liberarLa per sempre dal problema dell’Afghanistan e da difficoltà di questo genere esistenti nel mondo. Noi consideriamo i musulmani di tutta la terra alla stessa stregua dei musulmani del nostro Paese e ci consideriamo partecipi del loro destino.

Con la parziale libertà di culto concessa in alcune Repubbliche Sovietiche Lei ha dimostrato di non pensare più che la religione è l’oppio della società. A proposito, la religione che, di fronte alle superpotenze, ha reso l’Iran saldo come una roccia è forse l’oppio della società? La religione che vuole l’attuazione della giustizia nel mondo, che vuole liberare gli uomini dalle pastoie materiali e psichiche, è forse l’oppio della società? Sì, una religione che si faccia strumento attraverso cui porre a disposizione delle potenze, grandi o piccole, le risorse materiali e spirituali dei Paesi Islamici e non, una fede che gridi alla gente che la religione deve essere separata dalla politica, è sì l’oppio della società. Ma questa non è la vera religione, ma una religione che il nostro popolo chiama americana.

Concludendo, dichiaro chiaramente che la Repubblica Islamica dell’Iran, che è il bastione più saldo dell’Islam nel mondo, può facilmente riempire il vuoto ideologico del vostro sistema.

Il nostro paese, in ogni caso, come in passato, crede nei rapporti reciproci di buon vicinato e nutre per questo principio il più profondo rispetto. Che la pace sia con chi segue la Guida.

Ruhollah al Musavi Al Khomeini 1° gennaio 1989

Antonello Sacchetti

Giornalista, blogger, podcaster, autore di diversi libri sull'Iran.

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17 comments

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  • La lettera di Khomeini a Gorbaciov…

    La lettera di Khomeini a Gorbaciov a suo tempo fece scalpore. E’ il gennaio 1989. La guida suprema della Repubblica Islamica dell’Iran scrive al segretario del Partito comunista sovietico. Il senso della lettera è: il comunismo è morto, il prossimo dec…

  • E’ bella questa lettera, si vede la spiritualità dell’autore anche se Khomeini non mi sta particolarmente simpatico. Il suo fondamentalismo o quello di qualsiasi matrice religiosa è sempre sbagliato secondo il mio punto di vista e non riesco proprio ad accettare quell’odio che fa arrivare fino all’omicidio come punizione di un peccato, credo sia indegno di ogni essere umano in primis e a maggior ragione di ogni uomo che si dica credente in un Dio che è amore e misericordia. Mi verrebbe da dire provocatoriamente a tutti i fondamentalisti: ” Nelle vostre convinzioni e azioni dov’è la misericordia che adorate nel vostro Dio?” L’Islam, l’Ebraismo, il Buddismo, il Cristianesimo e tutte le religioni, arricchiscono l’uomo quando predicano l’amore tra i popoli a dispetto di tutte le differenze ma se lasciano il posto ai fondamentalismi perdono la loro essenza e il loro spirito, cosa che mi risulta davvero molto triste.

  • E’ una lettera che cela sotto una apparenza mistica una lugubre minaccia,in difficolta’ l’URSS e il suo sistema,pensava il barbuto mullah di esportare la sua teocrazia sanguinaria e intollerante nelle repubbliche asiatiche dell’URSS a maggioranza islamica.
    Gia’ il fatto che appelli come “grande satana” chi non la pensa come lui,da l’idea del personaggio pericoloso e inquietante che ha sempre rappresentato,un chierico rimasto al medioevo,pero’ avido di potere assoluto,basta vedere la cricca che governa oggi a Teheran,tutti suoi scudieri e parenti.
    Che dire? Per fortuna e’ morto proprio in quell’anno,meno male,per il mondo libero,tutto anche quello dei musulmani che osteggiano l’intolleranza e la barbarie,non e’ stata una grande perdita.
    In quanto a Gorbaciov,doveva cestinare quella lettera,di sensato non dice nulla.

    • Al di là del giudizio morale sul personaggio, da un punto di vista storico la lettera è sicuramente interessante. Khomeini è un personaggio complesso, capace di scelte indubbiamente crudeli e illiberali. Nel caso specifico, va però considerato che l’Urss di lì a poco imploderà, mentre l’Islam politico conoscerà un’ascesa in tutto il Medio Oriente. La rivoluzione iraniana non sarà mai esportata per davvero e forse lo stesso Khomeini non era poi così incline a questo “internazionalismo”. Ad ogni modo, non è vero che oggi al potere ci siano suoi scudieri e parenti. Tutt’altro: la famiglia Khomeini è stata osteggiata e combattuta da altri esponenti del sistema (vedi Rafsanjani); uno dei figli è stato assassinato in circostanze misteriose; i suoi nipoti si sono schierati nel 2009 con l’Onda Verde. Insomma, la situazione è un po’ più complessa di come viene comunemente rappresentata.

  • Egregio Sacchetti,
    Sull’islamismo politico in ascesa ho qualche dubbio,ci vedo la longa manus di regimi tirannici come l’Arabia Saudita e il Qatar che con i petroldollari e la tv seminatrice di odio Al Jazeera finanziano centri fondamentalisti che come la mafia e la camorra,intidimiscono le persone.
    Anche se sono un fermo anticomunista,se fossi una donna preferirei di gran lunga il Kazakhstan di Nazarbaev e l’Uzbekistan di Karimov che la teocrazia iraniana o saudita,almeno li’ le donne girano a capo scoperto e sono libere di farsi un bagno in bikini.
    Detto cio’ in Iran c’e’ una disputa tra gli abitanti delle citta’,Teheran in primis e le campagne arretrate e semianalfabete,le citta’ vorrebbero liberarsi dei mullah e della loro bigottaggine,le seconde sono attaccate alla loro arretratezza.
    Io,cmq spero in un evoluzione democratica ma,senza partiti religiosi,sarebbe come in Europa si riammettesse il nazifascismo.

  • Ah! dimenticavo,
    Anche la cosiddetta “onda verde”,mi ada dei dubbi,perche’ a capo c’e’gente come Moussavi che ha le mani sporche di sangue nella repressioni dei dissidenti laici.
    Compito delle democrazie occidentali e’ formare un “regime change”,ossia unione dei vecchi Mujaedden del popolo,dei costituzionalisti eredi dello shah e quella parte in patria che non vuole piu’ sapere del khomeinismo,dovrebbe portare l’Iran ad un assemblea costituente e a libere elezioni,nocìnche’ un tribunale internazionale che giudichi i mullah responasabili delle atrocita’ post 1979.

    • salve. non condivido quasi nulla della sua analisi. più che altro, mi sembra un giudizio molto “teorico”, slegato dalla realtà del Paese. I Mujaheddin di cui Lei parla, sono una realtà profondamente reazionaria e totalmente slegata dal popolo iraniano. anche chi si oppone al regime, non li sopporta, per quello che hanno fatto e continuano a fare nel Paese e fuori. anche la Sua analisi sul rapporto città/campagne è un po’ troppo schematica. La società iraniana è molto più complessa e complicata. Contraddittoria, per certi versi. Cordialità.

  • Vabbe’,pero’ Obama le ha tolte come organizzazione terroristica,io non sono proprio obamiano ma,una ragione ci sara’.
    Mi dica lei,allora cosa fare per abbattere la teocrazia medioevale e instaurare uno stato laico e democratico.Oppure la teocrazia e’ un bene,secondo lei?
    Io preferirei la cantante Nooshafarin che si esibisse liberamente e,a capo scoperto a Teheran,che non quei mullah,oppure anche lei e’ slegata dall’Iran? Dato che da 10 anni vive tra India e Usa?
    Come se in Italia Laura Pausini stesse in esilio……………….,questo e’ l’islamismo politico………….

    • se è per questo, gli Usa hanno finanziato per anni Al Qaeda. No, guardi, i mojaheddin sono un corpo estraneo all’Iran, nessuno perdona loro il fatto che si schierarono con Saddam Hussein durante la guerra. cosa fare lo devono dire e fare gli iraniani, non un “Occidente” non meglio identificato. quello che possiamo fare noi, è cercare di capire e raccontare non quello che pensiamo a priori, ma quello che verifichiamo sul campo. questa è la mia opinione. un saluto.

  • Egregio Sacchetti,
    Ora ho capito tutto,anche la fandonia che gli USA finanziavano Al Qaeda,come se la resistenza all’URSS fosse stata fatta solo dai binladenisti e,non da combattenti sinceri come Ahmad Massud.
    Se le da’ tanto fastidio la parola occidente,io al suo posto emigrerei subito,se pensa che Riad e Teheran siano migliori in fatto di civilta’.Se poi ci fosse la possibilita’ di avere persone in cambio,io sono sicuro che molte ragazze di Teheran assalterebbero le ambasciate per avere il visto di uscita,come l’attrice Faharagani.Di sicuro ci guadagneremmo noi che i soliti saccenti del relativismo culturale.
    Passo e chiudo.

    • fandonia? ma se gli Usa stessi lo hanno sempre ammesso. a me non dà fastidio nulla e non emigro da nessuna parte. chiuda pure, evidentemente non accetta opinioni diversa dalla Sua. un saluto.

  • Qui non e’ questione di opinioni diverse ma,il giudizio su uno stato simile fondato sulla teocrazia.
    Gli avvenimenti di queste ore in Egitto dimostrano proprio che c’e’ uno scontro proprio tra chi vuole una reale democrazia e uno stato e una costituzione laica e,la fratellanza musulmana che vorrebbe imporre la legge islamica con la forza e la protervia.

  • Liberal non capisci un cavolo, la repubblica islamica non e’ una teocrazia, in quanto repubblica, basata sul libero suffragio universale, esattamente come in Italia. Dal 1979 ad oggi, si sono svolte piu’ 30 elezioni (la media è di una tornata elettorale all’anno!) tra politiche, amministrative, presidenziali e referendum. Lo Stato iraniano non è quindi una “teocrazia” nella quale i cittadini non hanno voce in capitolo. Studia caprone, che tanto si capisce che di Iran non ci capisci niente.

  • x Alex,
    Studia caprone lo dice a suo fratello,innanzitutto.Gli antidemocratici,sia di sinistra che di destra,quando non hanno argomenti,insultano.
    Paragonare la democrazia,sia pure imperfetta come l’Italia a uno stato totalitario e teocratico come l’Iran e’ una bestemmia ed un offesa per chi durante la seconda guerra mondiale e’ morto per la liberta’.

    • Quanta retorica con questo antifascismo d’accatto. Io in Iran ci ho vissuto, mentre tu non avrai mai meso piede fuori dalla tua italietta. Tinili strette le tue minuscole libertà democratiche, vedrete che fine farete, quando avranno finito d’imbonirvi e vi avranno succhiato fino all’ultimo centesimo….Ma ragiona con la tua testa, invece di farti fregare da questi polici che con la scusa dell”antifascimo vi stanno prtando alla rovina. Gli Iraniani almeno hanno fatto una rivoluzione, ma voi non sanno fare altro che sbraitare senza mai ottenere nulla. Auguri, mio caro signore che si sente insultato da me e non dai suoi capi politici….

  • […] aveva previsto il grande cambiamento. L’ 1 gennaio 1989, pochi mesi prima di morire, scrive una lettera al segretario del Partito comunista sovietico Mikhail Gorbaciov in cui annuncia l’imminente crollo del comunismo e l’ascesa dell’Islam come pensiero politico […]

  • Le edizioni All’insegna del Veltro pubblicarono agli inizi degli anni 90 questa lettera e poi dopo la “lettera al Papa”, commentate da vari autori della destra e sinistra Controcorrente oggi finiti nel dimenticatoio. Idem per Barbarossa editore con il primo libro di Khomeini degli anni 70, nella prima fase del suo pensiero radicale, che era radicale ma non tanto, si avvicinava ancora al terzomondismo rivoluzionario dell’epoca nel mito delle terze vie, non allineamento, strade di liberazione autoctone per il terzo mondo.
    Nella lettera ci sono citazioni di mistici come ibn Arabi, di filosofi legati alla logica come Al Farabi, e altri:paradossalmente oggi proibiti in molti paesi radicali islamici o influenzati da futuwat di gruppi estremisti, come l’Egitto e il Pakistan. Da questo che si può arguire?Se veramente Gorbacev avesse incontrato l’Ayatollah Khomeini, se si fosse avviato un primo processo di Interscambio politico culturale esteso poi ad altri soggetti di potere e religiosi:la rivoluzione islamica avrebbe poi preso un’altra direzione, quella originaria dei primordi, di Bani Sadr, Sharjati, delle frange progressiste del clero sciita, dei mojahidem-e-khalg prima della loro trasformazione, e nei rapporti con il resto del mondo, staremmo oggi in una situazione diversa e molto migliore? Probabilmente… Sì. Ma questo è solo un What if. Sappiamo come è andata e come stiamo vivendo.

Antonello Sacchetti

Giornalista, blogger, podcaster, autore di diversi libri sull'Iran.

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