La trattativa a Vienna tra Iran e 5+1 è entrata nella fase più delicata. Superata l’iniziale scadenza dei negoziati (30 giugno), c’è tempo fino al 7 luglio per arrivare a un accordo definitivo. Da tutte le parti in causa trapela un moderato ottimismo, ma non c’è ancora nulla di ufficiale. Se un passo indietro a questo punto sembra molto improbabile, è anche vero che proprio ora si rischia di più.
Ad aprile, il factsheet della Amministrazione Usa suscitò fortissimo imbarazzo ed oggi si vuole assolutamente evitare una situazione come quella.
14 luglio
Arriva la firma dello storico accordo. Ecco parte del live tweet del discorso del presidente Rouhani alla nazione.
This agreement goes both ways. The successful implements of #IranDeal can dismantle the wall of mistrust brick by brick. #RouhaniLive
— Hassan Rouhani (@HassanRouhani) July 14, 2015
This admin believes in dialogue. I myself headed the very first #nuclear negotiating team back in 2003–when no sanctions had been imposed.
— Hassan Rouhani (@HassanRouhani) July 14, 2015
"Under auspicious surveillance of our supreme leader we started these talks."
— Thomas Erdbrink (@ThomasErdbrink) July 14, 2015
I'm pleased to announce that after 23 months of negotiations this admin managed to reach a new point, a new chapter in history #IranDeal.
— Hassan Rouhani (@HassanRouhani) July 14, 2015
#IranTalks done. We have the agreement. #IranDeal
— Federica Mogherini (@FedericaMog) July 14, 2015
13 luglio
In attesa dell’accordo che non arriva. Ad un certo punto l’account Twitter del presidente iraniano Rouhani lancia un messaggio chiaro: “L’accordo è una vittoria della diplomazia e del rispetto reciproco sugli antiquati paradigmi dell’esclusione e della coercizione. E questo è un buon inizio”. Poi però il tweet viene cancellato.
The Twitter-by-proxy @HassanRouhani account tweets, then deletes, this tweet: #IranTalksVienna pic.twitter.com/1O5YxjpLtm
— David Clinch (@DavidClinchNews) July 13, 2015
Ne compare uno del ministro degli Esteri Zarif. “Se l’accordo viene raggiunto, significa che tutti vinceremo quando avremmo tutti potuto perdere. Chiaro e semplice: non servono cambi”.
If #IranDeal reached, triumph of diplomacy means we all will have won when we all could have lost. Plain and simple; no spin needed.
— Javad Zarif (@JZarif) July 13, 2015
Poi anche Rouhani aggiunge un “se” al suo messaggio orginale:
If #IranDeal, victory of diplomacy and mutual respect over outdated paradigm of exclusion and coercion. And this will be good beginning.
— Hassan Rouhani (@HassanRouhani) July 13, 2015
In serata riparte l’attesa: forse l’accordo sarà annunciato verso mezzanotte ora di Vienna.
12 luglio
Giornata all’insegna dell’ottimismo. Per tutta la mattina si sparge la notizia che l’accordo sarà annunciato entro la serata. Poi arriva la frenata: l’accordo è a un passo ma per redigere il testo dell’intesa ci vuole tempo: tutto rimandato a lunedì. Ma non oltre. Così, almeno si dice.
10 luglio
Si preannuncia un weekend di lavoro per i negoziatori di Vienna. I colloqui sono prolungati fino a lunedì 13 luglio.
Dopo diversi giorni, da Kerry arrivano segnali positivi: “Risolte alcun equestioni importanti”.
Vienna, still working day and night on #IranTalks. Thanks to Austrian government and people for the… prolonged hospitality @sebastiankurz
— Federica Mogherini (@FedericaMog) July 10, 2015
Diplomacy of balconies @JZarif @FedericaMog #irantalks #IranTalksVienna pic.twitter.com/MM0jgR00xV
— Ali Hashem علي هاشم (@alihashem_tv) July 10, 2015
#IranTalks are chance for hope & moderation in world of despair & terror, I hope Obama makes the best of this chance pic.twitter.com/Muupq1Iqkg
— Massoumeh Ebtekar (@ebtekarm) July 10, 2015
9 luglio
Si parla di una possibile ulteriore estensione dei colloqui al 13 luglio. Questo rappresenterebbe un problema per una eventuale immediata rimozione delle sanzioni, perché il Congresso Usa avrebbe più tempo per riesaminare l’accordo. I media iraniani hanno dato spazio alle tensioni di ieri. Ecco alcune prime pagine dei giornali iraniani.
Alle 19 è prevista una dichiarazione del Segretario di Stato Usa John Kerry.
Poco prima, un tweet di Zarif sembra anticipare le dichiarazioni di Kerry: “Stiamo lavorando sodo, ma senza fretta, per arrivare al risultato. Segnate le mie parole; non è possibile cambiare i cavalli nel bel mezzo di un torrente”.
Kerry dice sostanzialmente: “Abbiamo risolto molte questioni ma rimanfono divergenze di fondo. Vogliamo un accordo ma non a tutti i costi. E la trattativa non può durare all’infinito”.
La Russia, dal canto suo, sembra sposare la linea iraniana e già è pronta ad attribuire la responsaiblitò di un fallimento alle divisioni tra Stati Uniti e altri Paesi occidentali.
Si preannuncia una lunga nottata.
We're working hard, but not rushed, to get the job done. Mark my words; you can't change horses in the middle of a stream. #IranTalksVienna
— Javad Zarif (@JZarif) July 9, 2015

8 luglio
Dopo una giornata di cauto ottimismo, l’atmosfera a Vienna si fa più tesa. In un alterco con Federica Mogherini, Javad Zarif avrebbe esclamato “Mai minacciare un iraniano”. E Lavrov avrebbe aggiunto: “E nemmeno un russo”. Su Twitter nasce l’hashtag #NeverThreatenAnIranian
.@JZarif firm response 2 @FedericaMog threat 2 leave #IranTalks:#NeverThreatenAnIranian http://t.co/B5L9VOh4E6#Iran pic.twitter.com/AgJ1xeclM7
— Iran (@Iran) July 8, 2015
#Iran FM #Zarif during #IranTalksVienna : Do not ever threaten an Iranian!#NeverThreatenAnIranian #IranTalks pic.twitter.com/q6nkLHLgrM
— Hesam Nazem Bokaei (@hesambokaei) July 8, 2015
7 luglio
Il giorno giusto per un accordo potrebbe essere mercoledì 8 luglio. Dai colloqui di Vienna trapelano poche indiscrezioni. Nel pomeriggio arriva la notizia: i colloqui sono prolungati fino al 10 luglio.
#Iran #nuclear deal expected Wednesday – @JZarifhttp://t.co/tiJJ6j2WZ5#IranTalks #IranTalksVienna #IranDealVienna pic.twitter.com/FsJqIcJbFw
— Iran (@Iran) July 6, 2015
4 luglio
I quotidiani iraniani vicini al governo Rouhani sottolineano l’esito positivo della visita del presidente dell’AIEA Yukiya Amano a Teheran. Secondo lo stesso Amano, l’Agenzia per l’energia atomica e l’Iran sarebbero in grado di risolvere in poco tempo “le rimanenti divergenze”. In ballo c’è la questione delle ispezioni ai siti nucleari. Il segretario del Consiglio Supremo Nazionale per la Sicurezza Ali Shamkhani ha ribadito la volontà politica da parte iraniana di arrivare a un accordo col gruppo 5+1.
3 luglio
Il 3 luglio il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif ha pubblicato su Youtube un video messaggio in inglese, sottotitolato in persiano. Ecco il testo del suo breve intervento.
Sono a Vienna per chiudere finalmente una crisi inutile. In questa undicesima ora, nonostante rimangano alcune differenze, non siamo mai stati più vicini a un risultato duraturo. Ma non vi è alcuna garanzia.Raggiungere un accordo richiede il coraggio di un compromesso, la fiducia in se stessi per essere flessibili, la maturità per essere ragionevoli, la saggezza di mettere da parte le illusioni, e l’audacia di abbandonare le vecchie abitudini.
Alcuni ostinatamente credono che la coercizione militare ed economica sia in grado di garantire la sottomissione. Insistono ancora a spendere i soldi degli altri o sacrificare i figli degli altri per i propri disegni deliranti.
Vedo la speranza, perché vedo emergere la ragione sulla illusione. Sento che i miei interlocutori hanno riconosciuto che la coercizione e la pressione non portano a soluzioni durature, ma a ulteriori conflitti e ulteriore ostilità. Hanno visto che 8 anni di aggressione da parte di Saddam Hussein e di tutti i suoi sostenitori non hanno ridotto la nazione iraniana – che si trovava da sola – in ginocchio. E ora, si rendono conto che le sanzioni economiche più indiscriminate e ingiuste contro il mio paese hanno raggiunto assolutamente nessuno dei loro obiettivi dichiarati; ma invece hanno danneggiato innocenti e inimicato una nazione pacifica e tollerante.
Hanno quindi optato per il tavolo dei negoziati. Ma hanno ancora bisogno di fare una scelta critica e storica: accordo o coercizione. In politica, come nella vita, non puoi vincere a scapito di altri; tali guadagni sono sempre di breve durata. Solo gli accordi equilibrati sono in grado di resistere alla prova del tempo.
Siamo pronti a trovare un accordo equilibrato e buono; e aprire nuovi orizzonti per affrontare importanti sfide comuni.
La minaccia comune oggi è la crescente minaccia dell’estremismo violento e la barbarie. L’Iran è stato il primo a raccogliere la sfida e a denunciare questa minaccia come una priorità globale, quando ha lanciato WAVE – Mondo contro la violenza e l’estremismo. La minaccia che stiamo affrontando – e dico noi, perché nessuno viene risparmiato – è incarnata dagli uomini incappucciati che stanno devastando la culla della civiltà. Per far fronte a questa nuova sfida sono assolutamente indispensabili nuovi approcci. L’Iran è da tempo in prima linea nella lotta contro l’estremismo. Spero che anche i miei colleghi aspostino la loro attenzione e dedichino le loro risorse a questa battaglia esistenziale.
Mille anni fa, il poeta iraniano Ferdowsi ha detto:
“Siate implacabili nella lotta per la causa del Bene. Portare la primavera, dovete. Bandire l’inverno, dovreste “.
Il mio nome è Javad Zarif, e questo è sempre stato il messaggio iraniano.
Pochi giorni prima la Guida Khamenei, con un tweet, aveva dato l’ennesimo endorsment al team dei negoziatori.
I recognize our negotiators as trustworthy, committed, brave and faithful.#IranTalks https://t.co/gj5IMikjL7 pic.twitter.com/MTCWJi41K0
— Khamenei.ir (@khamenei_ir) June 30, 2015
Iran will be committed to the #nuclear agreement if & only if our counterparts show the same level of commitment. #IranTalksVienna #Loyalty
— Hassan Rouhani (@HassanRouhani) June 30, 2015
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