A pochissimi giorni dalla presentazione ufficiale delle candidature per le presidenziali, la scena politica iraniana è scossa da segnali contrastanti e clamorosi.
Il 27 aprile il sito Baztab ha pubblicato un articolo che parla dell’esistenza di un nastro audio che proverebbe i brogli elettorali del 2009. Ahmadinejad sarebbe pronto a rendere pubblico quel nastro qualora il Consiglio dei Guardiani bocciasse la candidatura del suo braccio destro e consuocero Esfandiar Rahim Mashei.
Lo staff di Ahmadinejad ha però negato con vigore l’esistenza di tale nastro.
Altrettanto clamorosa e difficile da verificare la notizia secondo la quale il presidente Mahmoud Ahmadinejad sarebbe stato trattenuto in stato d’arresto per 7 ore lo scorso 29 aprile.
Secondo il sito WND Ahmadinejad, dopo essersi recato in vista alla 26esima Fiera Internazionale del Libro di Teheran, sarebbe stato convocato dalla Guida per “comunicazioni urgenti”. L’auto con a bordo il presidente sarebbe stata isolata da quelle della scorta e dirottata in un edificio del Ministero degli Esteri. Qui, il presidente uscente sarebbe rimasto per ore in un vertice con Asghar Hejazi, capo intelligence dell’ufficio della Guida, Mojtaba Khamenei, figlio della Guida e il procuratore generale Gholam Hossein Mohseni Ejei.
Il summit si sarebbe concluso intorno alla mezzanotte e sarebbe stato una sorta di avvertimento nei confronti del presidente Ahmadinejad.
Novità anche da Hashemi Rafsanjani che sarebbe intenzionato a candidarsi. Il suo, sarebbe un vero e proprio atto di sfida nei confronti della Guida Khamenei che punta invece a individuare un candidato forte che possa rappresentare il fronte ultraconservatore.
Lunedì 29 aprile Hossein Shariatmadari, direttore di Kayhan, quotidiano conservatore vicino alla Guida, ha sferrato un violento attacco all’ex presidente riformista Khatami, accusandolo in sostanza di essere la “quinta colonna di Usa, Israele e Gran Bretagna” e di aver fomentato i disordini del 2009. Khatami non ha replicato, ma il sito Entekhab ha confermato che l’ex presidente non si candiderà.
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