Riceviamo e pubblichiamo volentieri una poesia inedita di Fabio Strinati.
(A Sadegh Hedayat )
Spirito “ aratore “ dalla tempra cucita sulla pelle
come nel campo, i raggi caldi del mattino
il nuovo sole picchia agricolo il suo cuore
nell’ampia regione della Persia il Vicino Oriente.
Svettano imponenti le sagome
dei primitivi Monti Zagros o preistorici reperti
come la città di Susa dell’acropoli un bottino
di storia scolpita nell’odierna Shush.
Il monte di lapislazzuli Demavend, quiescente
nell’animo e puro, il suo cuore un vaso
rigoglioso le piovose nevi, come caldo cappello
quel suo manto di prigione:
culture come intrichi, le ombrose foreste
come frecce vagano diritte per vastità
“ l’immenso deserto “ dalle croste di sale
o l’uadi nel calore; fra le torride paludi,
la speranza dell’antica Zurna come refolo
una leggendaria nota… l’armonia di un liuto
la poetica pandora.
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