Un’interessante recensione di uno spettacolo teatrale in scena a Teheran. Fonte: Radio Italia Irib

Ci sono stati sempre uomini che diventarono eterni nella storia, per essere stati protagonisti di eventi magici ed indimenticabili.

Uno di questi grandi personaggi della storia senza alcun dubbio e’ il profeta Gesù (la pace sia con lui), la guida per chi che cerca la retta via per arrivare alla verità.

In molte culture e religioni, Gesù di Nazaret è noto come uno dei maggiori profeti, nacque verginalmente, compì dei miracoli (per volere divino), non morì, ascese al Cielo. E la sua creazione è un miracolo divino e per questo è conosciuto come “Parola di Dio” e “Spirito di Dio”.

Sin dai primi secoli dell’era cristiana e durante i successivi due millenni , la persona di Gesù, i suoi apostoli e gli eventi a lui relativi narrati nel Nuovo Testamento hanno ispirato innumerevoli opere artistiche e culturali. Si tratta soprattutto di pitture, mosaici, statue, melodie e canti ad uso della devozione cristiana. In epoca contemporanea, si sono aggiunti anche romanzi, film ed opere teatrali.

Anche nell’Iran, non mancano le opere artistiche dedicate a questo grande personaggio della storia. In particolare, in questi giorni uno spettacolo intitolato “Si chiamano Gesù tutti i crocifissi” (in persiano Nam-e-hameye masluban Issa ast) del Gruppo teatrale Pooshe si mette in scena al Teatro di Iranshahr, situato nel Giardino degli artisti, uno dei luoghi culturali più considerati e ben conosciuti di Teheran, soprattutto, tra gli artisiti e i giovani iraniani.

Ispirato alla vita di Gesù Cristo, il dramma “Si chiamano Gesù tutti i crocifissi” è stato scritto dal drammaturgo, attore e regista iraniano Ayoub Aghakhani.

La rappresentazione è la storia di un giovane ebreo iraniano nei primi anni dopo la secondo guerra mondiale. Il giovane “I. Nasseri” che prende il nome di “Issa Nasseri” (la pronuncia persiana di Gesù di Nazaret), fa il falegname.

Il giovane ebreo è un appassionato di cinema ed ogni giorno dopo il suo lavoro va a guardare un film al Cinema Moulin Rouge di Teheran, e un giorno allo stesso cinema si innamora della bella Maryam Majd. Una donna ebrea innocente ma malfamata nel quartiere che prende il nome di Maryam Majdallieh (Maria Maddalena in italiano).

È il tempo dell’emigrazione ebraica mondiale in terra promessa durante gli anni 40. L’atmosfera politica dell’Iran di Mohammad Reza Pahlavi, secondo e ultimo monarca della Dinastia di Pahlavi, è infiammata.

Oltre fare il falegname, Nasseri scrive come giornalista le sue intense critiche alla politica e particolarmente all’emigrazione ebraica dall’Iran su un giornale soprannominato “l’Uomo di Oggi”, sostenendo che gli ebrei che vivono nell’Iran, sono i cittadini iraniani come altri.

Alcuni dei suoi amici fanno parte di un gruppo che si oppone all’emigrazione ebraica. Questi amici lo obbligano ad assassinare un membro dell’Organizzazione Sionista. Ma Nasseri non accetta l’ordine, opponendosi ad ogni omicidio, dicendo di non essere assassino.

Un giorno, quando torna dal Cinema Moulin Rouge, capisce che il membro è stato ucciso da qualcun altro. Gli organizzatori sconosciuti dell’atto terroristico sistemano l’operazione così come Nasseri sembra colpevole.

Un suo amico tradisce Nasser e la polizia lo arresta. Il tribunale lo condanna poi a morte. Così impiccano l’innocente giovane, ma il suo cadavere misteriosamente sparisce come raccontano i suoi amici fedeli, sua madre e la sua Maryam Majd.

Si chiamano Gesù tutti i crocifissi, per me ha creato una base su cui ho potuto considerare uno dei più popolari personaggi nella storia umana. Con un pensiero iraniano, ho trovato uno sguardo filosofico riguardo la concatenazione della storia e della politica,” dichiara il regista e il drammaturgo dello spettacolo Ayoub Aghakhani a Radio Italia IRIB.

In questo spettacolo, Behruz Afkhami, celebre regista cinematografico e sceneggiatore iraniano e membro del sesto Parlamento iraniano (dal 2000 al 2004), è consulente del regista e sua moglie Marjan Shirmohammadi recita nel ruolo di Maryam Majd e lo stesso Aghakhani recita nel ruolo di “I. Nasseri”.

“Le mie ricerche preliminari sono durate circa 7 mesi per raggiungere un periodo nella storia iraniana in cui si può immaginare la vita di Gesù Cristo in un modo moderno e poi ho scritto il dramma durante un mese e una settimana,” aggiunge Aghakhani.

Utilizzando gli elementi principali descritti dai Vangeli, combinandoli con la Videoarte, selezionando le più belle scene dei migliori film classici per proiettare al Cinema Moulin Rouge, lo spettacolo teatrale “Si chiamano Gesù tutti i crocifissi”, in realtà, riesce a rapperesentare perfettamente una narrazione moderna e contemporanea della storia di Gesù Cristo nell’atmosfera politica dell’Iran negli anni 40.

 Link all’articolo originale su Radio Italia Irib: http://bit.ly/1cFAfNs

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