Rouhani come Bani Sadr? Venerdì 23 giugno in Iran si è celebrata la Giornata di Qods, cioè la tradizionale mobilitazione in favore della causa palestinese che dal 1980 si svolge l’ultimo venerdì di ramadan
In una manifestazione a Teheran, il presidente Hassan Rouhani è stato contestato da alcune decine di manifestanti che hanno gridato slogan come “Abbasso il bugiardo, abbasso il mullah americano” e anche “Rouhani, Bani Sadr, buon matrimonio”.
La contestazione a Rouhani
Chi è Bani Sadr?
E perché viene accostato all’attuale presidente iraniano? Abolhassan Bani Sadr è il primo presidente della Repubblica islamica, eletto il 25 gennaio 1980 con il 70% dei voti. Rivoluzionario delle prima ora, ed esule a Parigi, era nel gruppo di fedelissimi che accompagnò Khomeini nel trionfale ritorno in patri il 1° febbraio 1979. Pochi mesi dopo la sua elezione a presidente, sorsero contrasti sempre più aspri con lo stesso Khomeini. L’Iran, a causa della crisi degli ostaggi dell’ambasciata americana e la guerra con l’Iraq, era sempre più isolato a livello internazionale. Bani Sadr, contrario alla presa degli ostaggi americani, entrò in contrasto con diversi esponenti della leadership religiosa, come l’attuale Guida Khamenei e Rafsanjani e, di conseguenza, con lo stesso Khomeini. In una lettera al fondatore della Repubblica islamica, denunciava l’incompetenza di diversi ministri e chiedeva con forza la riorganizzazione delle forze armate. Accusato di tradimento, subì l’impeachment del parlamento il 21 giugno 1981. Con la protezione dei Mojaheddin del Popolo fuggì in Francia, dove ottenne asilo politico e dove vive tuttora.
Rouhani come Bani Sadr? L’affondo di Khamenei
Appena pochi prima della Giornata di Qods, la Guida Khamenei aveva criticato Rouhani:
Nel 1980-81 l’allora presidente polarizzò la società in due campi: i suoi sostenitori e i suoi sostenitori. Questo non si deve ripetere.
Ecco perciò che gli slogan contro Rouhani sembrano seguire una sorta di istigazione alla contestazione. Ad appena un mese dalla sua rielezione, il presidente si trova ad affrontare l’opposizione frontale della Guida. Una contrapposizione tra istituzioni che non è nuova nella Repubblica islamica: ricordiamo che anche Khatami, soprattutto nel corso del suo primo mandato, pagò un vero e proprio accerchiamento da parte della Guida e dei vertici dei pasdaran.
La solidarietà dei sostenitori
Nel 1999 gli studenti chiedevano libertà di espressione inneggiando a Khatami e la polizia e i basij reprimevano il movimento. Si diceva, allora, che l’Iran era l’unico Paese al mondo in cui chi gridava “Viva il presidente della Repubblica” rischiasse di essere arrestato..
I tempi sono cambiati e oggi gli umori popolari corrono molto sui social media. Così, soprattutto, su Instagram e Twitter i sostenitori di Rouhani hanno lanciato una campagna di solidarietà con hashtag quali “Rouhani non è solo”, “Anche io sono Rouhani”.
La notizia della contestazione è stata ripresa da buona parte dei quotidiani iraniani. Anche tra le testate vicine ai conservatori, non sono mancate voci di condanna dell’accaduto.
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