Nessuna nuova, buona nuova? Il vertice di due giorni tra Iran e gruppo 5+1 (Stati Uniti, Cina, Russia, Inghilterra, Francia, membri del Consiglio di sicurezza dell’ONU, più la Germania) sulla questione nucleare svoltosi il 5 e 6 aprile ad Almaty, capitale del Kazakhstan,  si è concluso con un nulla di fatto. Questa, almeno, è la versione ufficiale. D’altra parte, le aspettative erano decisamente basse: nessuno o quasi credeva che dal vertice emergessero novità significative.

Diverse le reazioni alla fine del summit. Per Catherine Ashton, Alto rappresentante per gli affari esteri dell’Ue e capo della delegazione, “ le posizioni sono ancora molto distanti”.

Il capo delegazione iraniano Saeed Jalili ha parlato invece di una “discussione di merito, vasta e completa”, ammettendo tuttavia che “vi è una certa distanza tra le posizioni delle due parti”.

 

Proposte e repliche

Ma qual era il punto di partenza? Il gruppo 5+1 si è presentato con una proposta: stop di sei mesi all’arricchimento di uranio nell’impianto di Fordow in cambio di un lieve alleggerimento delle sanzioni.

Come era prevedibile, Teheran ha detto no, ribadendo il suo diritto inalienabile all’arricchimento. D’altra parte, un dietrofront su questo punto sarebbe stato impossibile. Da anni l’Iran fa di questo principio uno dei cardini non solo della querelle nucleare, ma di tutta la sua politica estera. Inoltre, a due mesi dalle elezioni presidenziali, era abbastanza scontato che non ci fossero cambi di rotta sostanziali da parte della Repubblica islamica.

Secondo un diplomatico occidentale, “gli iraniani hanno indicato la disponibilità a fare qualche passo, ma sono passi ancora troppo piccoli”.

Un funzionario Usa – rimasto anonimo – ha sottolineato come non ci sia stata “alcuna rottura nei negoziati” e ha suggerito che la disponibilità dei negoziatori iraniani a un dialogo su proposte dettagliate del gruppo 5+1 “è stato il segnale più positivo negli ultimi anni”.

“Non ci poteva essere un passo avanti, ma non c’è stato alcun un passo indietro,” ha sintetizzato.

E adesso?

Le due parti si sono impegnate a riflettere su quanto discusso per fissare un altro eventuale incontro. Il fatto che non ci sia stata una rottura dei negoziati, sembra tenere lontana l’ipotesi di un intervento militare da parte di Israele. D’altro canto, questo perenne stallo, non sembra offrire vie d’uscita semplici e a breve termine.

Non è escluso che da parte occidentale ci possa essere un ulteriore inasprimento delle sanzioni che stanno mettendo a dura prova l’economia della Repubblica islamica.

Il nulla di fatto di Almaty, in questo senso, non è una buona notizia per il popolo iraniano. Domenica 7 aprile il rial ha perso un ulteriore 4% sul dollaro: il cambio è oggi  1USD = 36,500 rial.

Antonello Sacchetti

Giornalista, blogger, podcaster, autore di diversi libri sull'Iran.

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