Giovedì 26 novembre alle ore 17,00 il Polo Museale del Lazio diretto da Edith Gabrielli, nella sede del Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘Giuseppe Tucci’ diretto da Massimiliano A. Polichetti, unitamente all’Istituto Culturale dell’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran, ideatore e organizzatore dell’evento, diretto da Ghorban Ali Pourmarjan, inaugureranno la mostra fotografica “Uno scatto dall’Iran – Valorizza le differenze”.
L’esposizione, realizzata in collaborazione con ISMEO – Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente, intende illustrare i risultati del Primo Concorso Fotografico, promosso dal’Istituto Culturale dell’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran nel quadro delle sue attività culturali, rivolto gli italiani appassionati della cultura e della civiltà iraniana.
Il Concorso ha lo scopo di valorizzare gli aspetti e le caratteristiche di questo Paese, promuovendo una maggiore e diversa visibilità della cultura iraniana e della vita quotidiana attraverso foto, scattate durante un viaggio, che mettano in rilievo gli aspetti sociali, le tradizioni, la diversità religiosa e etnica, lo spirito di convivenza, il patrimonio storico-artistico e paesaggistico ed infine le grandi innovazioni.
La mostra si articola in tre sezioni:
- Uno scatto dall’Iran. In questa sezione sono presentate 80 fotografie, scattate da turisti italiani in Iran (quasi 110 persone), selezionate tra 1500 immagini dalla Commissione, composta da Felicetta Ferraro direttore della casa editrice Ponte 33, già consigliere culturale dell’Ambasciata d’Italia a Tehran, da Riccardo Zipoli docente dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e da Bijan Bassiri, artista di origine iraniana. Da questa selezione saranno scelte le tre fotografie vincitrici.
- Il mio nuovo Iran. In questa sezione è presentata una selezione di 10 fotografie di Riccardo Zipoli docente di lingua e letteratura persiana dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, eseguite nel dicembre 2012 durante un breve viaggio fotografico iniziato ad Hormoz e concluso a Cham (nei dintorni di Yazd). Per una decina di anni Zipoli ha fotografato solo l’Iran, e tale frequentazione ha plasmato la sua sensibilità nei confronti del paesaggio, imparando a conoscere una ‘persianità’ che lo ha profondamente educato a riscoprire i suoi segniovunque andasse. Le immagini esposte sono tratte da un diario fotografico di circa 170 fotografie, divise in trentasei capitoli e provengono in particolare da: sguardi, ombre, surrealtà, monumenti, bazar, riquadri, fotogrammi, tempo, chaykhâne, camion. Rispetto ai paesaggi ideali dei primi viaggi in Iran, diversa è la resa pittorica; i campi lunghissimi di un tempo hanno spesso ceduto il passo a campi medi, ed è aumentato l’interesse per i dettagli. I soggetti sono cambiati e il paesaggio non ha più un ruolo dominante: sono presenti infatti, piani ravvicinati di persone, animali, oggetti, interni, riflessi e ombre. Sono state anche utilizzate elaborazioni di vario tipo (esposizioni multiple e immagini mosse). Da segnalare, anche, due operazioni di stampo ‘concettuale’: in zurkhâne, le persone sembrano guardare il fotografo ma in realtà osservano gli esercizi ginnici che sono eseguiti davanti a loro e che appaiono riflessi nello specchio alla parete; la logica della scena è svelata dalle clave del ginnasta riflesso che si vedono sospese per aria. Ne In viaggio, il camion sembra fermo mentre in realtà è in corsa, fotografato da una macchina che lo segue. Si ha, infine, un’operazione di natura simbolica nelle Disarmonie al bazar di Esfahân.
- Uno scatto dall’Iran: lavorare assieme. Questa sezione comprende circa 50 fotografie, riguardanti principalmente i cantieri avviati nel Sistan (Shahr-e Sokhteh 1967-1974, Dahane-ye Ghulaman 1966-1975, Kuh-e Kwajeh 1961) e nel Fars (Persepoli, Esfahân. 1960-1973), eseguite da F. Bonardi, D. Faccenna, E. Galdieri, G.Graziani, U.Scerrato ed altri.
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Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘Giuseppe Tucci’
Martedì, Mercoledì e Venerdì: ore 9,00 – 14,00 (ultimo ingresso alle 13,30); Giovedì, Sabato,
Domenica e festivi ore 9 – 19,30 (ultimo ingresso alle 19,00) – Chiuso il lunedì
Caro mi è il proffessor Tucci, quaando guardo la vecchia rivista il Veltro, con i suoi lavori alla Dahane gholaman, vicino a Zabol, sistan, dove restauravano, quelli del gruppo del Ismeo, il complesso che segnerebbe il mezzo giorno del semisfero del nord, spostato poi a greenwich. non ho mai intuito come potevano ai tempi, mettiamo degli achamenidi, sapere che il Nimruz, il mezzogiorno del semisfero del nord sarebbe là, e quando là sul meridiano 60 est è mezzogiorno, la terra è illuminata dall’Oceano Atlantico fino all’Oceano Pacifico. Chi sa se l’Ismeo ci è andato ancora, a curiosare. Loro non avevano immaginato che quel complesso potesse essere un orologio solare. E poi, ti propongo di vedere quando il film Mohammad, rasulollah arriva doppiato, di commentarlo. Mi pare abbiamo già vinto il premio del festival cinematografico in Polonia, un eccellente lavoro anti Daesh.