Günter Grass, premio Nobel per la letteratura, ha scritto una poesia in cui denuncia l’arsenale nucleare di Israele e chiede controlli internazionali come quelli disposti per l’Iran. Un attacco durissimo all’ipocrisia dei Paesi occidentali e della Germania in particolare.
Il testo è stato rifiutato da Die Zeit, settimanale di Amburgo. Noi lo proponiamo nella traduzione di Claudio Groff per Repubblica:
Quello che deve essere detto
Perché taccio, passo sotto silenzio troppo a lungo
quanto è palese e si è praticato
in giochi di guerra alla fine dei quali, da sopravvissuti,
noi siamo tutt’al più le note a margine.
E’ l’affermato diritto al decisivo attacco preventivo
che potrebbe cancellare il popolo iraniano
soggiogato da un fanfarone e spinto al giubilo
organizzato,
perché nella sfera di sua competenza si presume
la costruzione di un’atomica.
E allora perché mi proibisco
di chiamare per nome l’altro paese,
in cui da anni — anche se coperto da segreto —
si dispone di un crescente potenziale nucleare,
però fuori controllo, perché inaccessibile
a qualsiasi ispezione?
Il silenzio di tutti su questo stato di cose,
a cui si è assoggettato il mio silenzio,
lo sento come opprimente menzogna
e inibizione che prospetta punizioni
appena non se ne tenga conto;
il verdetto «antisemitismo» è d’uso corrente.
Ora però, poiché dal mio paese,
di volta in volta toccato da crimini esclusivi
che non hanno paragone e costretto a giustificarsi,
di nuovo e per puri scopi commerciali, anche se
con lingua svelta la si dichiara «riparazione»,
dovrebbe essere consegnato a Israele
un altro sommergibile, la cui specialità
consiste nel poter dirigere annientanti testate là dove
l’esistenza di un’unica bomba atomica non è provata
ma vuol essere di forza probatoria come spauracchio,
dico quello che deve essere detto.
Perché ho taciuto finora?
Perché pensavo che la mia origine,
gravata da una macchia incancellabile,
impedisse di aspettarsi questo dato di fatto
come verità dichiarata dallo Stato d’Israele
al quale sono e voglio restare legato.
Perché dico solo adesso,
da vecchio e con l’ultimo inchiostro:
La potenza nucleare di Israele minaccia
la così fragile pace mondiale?
Perché deve essere detto
quello che già domani potrebbe essere troppo tardi;
anche perché noi — come tedeschi con sufficienti
colpe a carico —
potremmo diventare fornitori di un crimine
prevedibile, e nessuna delle solite scuse
cancellerebbe la nostra complicità.
E lo ammetto: non taccio più
perché dell’ipocrisia dell’Occidente
ne ho fin sopra i capelli; perché è auspicabile
che molti vogliano affrancarsi dal silenzio,
esortino alla rinuncia il promotore
del pericolo riconoscibile e
altrettanto insistano perché
un controllo libero e permanente
del potenziale atomico israeliano
e delle installazioni nucleari iraniane
sia consentito dai governi di entrambi i paesi
tramite un’istanza internazionale.
Solo così per tutti, israeliani e palestinesi,
e più ancora, per tutti gli uomini che vivono
ostilmente fianco a fianco in quella
regione occupata dalla follia ci sarà una via d’uscita,
e in fin dei conti anche per noi.
[…] di cose che mi vengono da dire: la prima è che questi hanno un minimo esagerato, un minimo eh! (ma leggetevi la poesia e poi dite voi); la seconda è: com’era quella storia del diritto di parola e della […]
Semplicemente stupenda! Bravo Grass con la tua poesia fai chiaramente capire come veniamo manipolati per farci credere cose che non son vere e giustificare così un’ennesima ridicola guerra! Bravo bravo bravo!
Lasciamo perdere lo stile poco poetico, ma più discorsivo del testo che, cmq, è una traduzione.
Per quanto riguarda il contenuto, questo è mirato in una sola direzione per cui suscita il risentimento di chi si sente colpito.
GEneralemnte, un poeta dovrebbe restare più sul generico e descrivere situazioni ed errori dell’umanità in senso generico.
Israele non è l’unico paese ad avere armamenti nucleari e non è il primo paese a dichiarare che sono per garantirsi la pace.
Lo hanno fatto moltoprima l’america, la russia e tutte i paesi che hanno armi nucleari.
L’errore del poeta è stato quello di aver addossato questa usanza umana al solo popolo di Israele, quando è usanza di molti altri paesi.
Da poeta, come si definisce, non doveva essere di parte, sennò non si meravigli degli attacchi che subisce.7mh3