Elezioni presidenziali Iran 2017 Il giorno del voto è ormai vicinissimo. Venerdì 12 maggio si è svolto l’ultimo confronto televisivo tra i sei candidati e non sono mancati momenti di grande tensione. In sostanza, Rouhani ha accusato i suoi sfidanti di “sfruttare la religione per il potere” (rivolto a Raisi) e di voler “picchiare gli studenti” (rivolto a Qalibaf).
Dal canto loro, i due candidati conservatori hanno accusato Rouhani di corruzione e di non aver risolto in quattro anni i problemi economici del Paese, in primis la disoccupazione.
Rispetto alle prime settimane di campagna elettorale, i toni si sono fatti molto accesi e Rouhani è decisamente passato all’attacco, invitando in sostanza gli iraniani a “non tornare indietro”. Lo stesso suo slogan elettorale, “Dobare Iran”, “Un’altra volta Iran”, punta tutto sulla voglia di continuità e stabilità degli iraniani.
Sharq: Colpo finale agli sfidanti
Hamshahri: Uno su sei (Solo Qalibaf ha reso pubbliche le sue proprietà)
Aftab-e Yazd: Hassan Rouhani ha colpito (è un gioco di parole: Rouhani si riferiva così a Qalibaf accusandolo di aver “colpito” i manifestanti dell’Onda Verde nel 2009)
Elezioni presidenziali Iran 2017: corsa a tre
Su sei candidati soltanto tre hanno reali possibilità di vittoria: il presidente uscente Rouhani, il sindaco di Teheran Qalibaf e l’altro candidato conservatore Raisi. Tutti i sondaggi danno in testa, con percentuali sempre comunque inferiori al 50%, Rouhani. Secondo alcune rilevazioni, Rouhani si attesterebbe attorno al 40%, staccando di una quindicina di punti Qalibaf. Altre rilevazioni danno invece Raisi al secondo posto, con una margine molto più ridotto.
Elezioni presidenziali Iran 2017: che affluenza?
Sarà importante l’affluenza: più alta sarà e più possibilità avrà Rouhani di raggiungere il 50% + 1 dei voti ed essere rieletto al primo turno. I candidati riformisti e moderati sono infatti favoriti dall’alta affluenza: quando gli iraniani non vanno a votare, sono quasi sempre i conservatori a vincere. Quindi è importante, in questi ultimissimi giorni di campagna elettorale, che Rouhani riesca a mobilitare i suoi sostenitori.
Da ricordare due costanti:
- Nella storia della Repubblica islamica, si è andati al ballottaggio una sola volta, nel 2005, quando Ahmadinejad sconfisse Rafsanjani.
- Tutti i presidenti eletti (tranne i primi due, uno fuggito dopo l’impeachment e l’altro ucciso in un attentato) sono stati sempre confermati.
Lunedì sera il vice di Rouhani, Jahangiri, parlerà in diretta televisiva. Molto probabile che annunci il suo ritiro in favore del presidente uscente.
Elezioni presidenziali Iran 2017: il monito di Khamenei
Da segnalare, infine, il monito lanciato dalla Guida Khamenei contro chi abbia intenzione di usare queste elezioni contro la sicurezza e l’interesse nazionale. Esplicito il riferimento a George Soros (evidenziato anche in un tweet), colpevole di aver fomentato le cosiddette “rivoluzioni colorate” in Europa orientale e di aver cercato di fare altrettanto in Iran nel 2009.
Precauzioni o avvertimenti? Staremo a vedere, manca davvero poco al voto, ormai.
If anyone rises against national security, will certainly be slapped on face.#IranElections2017 pic.twitter.com/tBnYnZ8yPh
— Khamenei.ir (@khamenei_ir) May 10, 2017
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