La mappa del potere iraniano, si sa, è piuttosto complicata. L’ Assemblea degli Esperti è uno degli organi più importanti della Repubblica islamica (controlla e sceglie la Guida) ma le sue regole e i suoi meccanismi sono spesso sconosciuti ai più.

Ai primi di marzo, l’Assemblea sarà chiamata a darsi un nuovo presidente. A ottobre 2014 è infatti morto l’Ayatollah Mahdavi Kani e il suo ruolo è provvisoriamente retto da Mahmoud Hashemi Shahroudiun ayatollah conservatore. La sua conferma è lo scenario più plausibile: è un religioso stimato, attestato su posizioni moderate ma assolutamente conservatore. La sua elezione sarebbe un compromesso tra riformisti e conservatori per impedire l’elezione del radicale [highlight] Mohammad -Taqui Mesbah Yazdi [/highlight]. Personaggio che aveva guadagnato gli onori delle cronache internazionali negli anni della presidenza di Mahmud Ahmadinejad. Ipotesi comunque piuttosto remota: la maggioranza dell’Assemblea è oggi composta da conservatori tradizionalisti lontani  culturalmente e politicamente da Mesbah Yazdi.

Alcuni commentatori azzardano un’ipotesi quasi da fantapolitica: a guida dell’Assemblea potrebbe essere eletto l’eterno [highlight] Hashemi Rafsanjani [/highlight]. Sebbene lo “squalo” non possa essere definito un riformista, il suo ritorno in un ruolo chiave del sistema sarebbe di certo funzionale e gradito a chi oggi lavora per il cambiamento. Ma le possibilità, in questo momento, sembrano quasi nulle. Anche se nella politica iraniana le sorprese non sono merce rara.

Ricordiamo che questa Assemblea sarà rinnovata – con elezioni a suffragio universale – nel 2016.

 

Antonello Sacchetti

Giornalista, blogger, podcaster, autore di diversi libri sull'Iran.

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