Pietrangelo Buttafuoco gli dedicò un bellissimo “riempitivo” sul Foglio del 19 ottobre 2012:
L’Unione Europea censura le tivù satellitari iraniane e perciò, martedì scorso, alle 18,30 ora italiana, ci siamo dovuti attrezzare con internet e gioire delle gesta di Ando, ovvero Andranik Teymourian, di etnia armena, numero 14 della nazionale di calcio persiana. Ha condotto la partita contro la Corea del Sud con grande baldanza e quando è uscito, al secondo tempo, s’è fatto il segno della Croce salutando il pubblico dello stadio Azadi (“libertà”) di Teheran. E’, infatti, cristiano e le telecamere della televisione di stato della Repubblica islamica hanno indugiato su di lui e sui meritati applausi dell’intero stadio ricordando anche il suo passato ruolo di capitano della squadra. Lui è il Del Piero degli iraniani, applaudito anche dai tifosi delle squadre rivali, ed è amato nella sua nazione anche in ragione del suo patriottismo. In un’intervista concessa al canale Ap-Worldstream ha ricordato un caso inaudito di discriminazione religiosa: quando gli venne impedito di andare a messa. Non in Iran però. E non per mano dei pasdaran. Ma in Germania, messo in stato di fermo dalla polizia.
Questo un anno e mezzo fa. Poi l’Iran si è qualificato per i Mondiali che si stanno disputando in Brasile. Nella prima partita il Team Melli ha strappato un faticoso 0-0 con la Nigeria e aspetta di incontrare Argentina e Bosnia.
Trentuno anni, centrocampista dell’Esteghlal – una delle squadre di Teheran – è al momento uno dei giocatori più popolari della nazionale iraniana.
Prima della partenza per il Brasile ha partecipato con tutta la squadra a una cerimonia di saluto a Teheran. Come vuole la tradizione prima di un viaggio, anche Ando (come lo chiamano molti iraniani) ha baciato una copia del Corano. L’immagine è circolata molto on line, sebbene non ci sia nulla di stravagante in questa scena.
D’altra parte, lo scorso 18 maggio, nell’amichevole contro la Bielorussia, Teymourian è stato il primo capitano non musulmano della sua nazionale.
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