Podcast e video della diretta del 22 gennaio 2020 con Reza Tahmehri e Davood Abbasi
L’anno d’oro del cinema iraniano
Settecento sipari del cuore
Figli delle stelle – 1
Ecco la terza stagione
Festività in Iran nel 2021
Spesso il calendario persiano genera confusione nei non iraniani. Si intrecciano, infatti, tre calendari: quello solare iraniano, quello lunare islamico e quello cristiano comunemente adottato a livello internazionale.
Le festività islamiche seguono il calendario lunare e quindi cadono ogni anno in giorni diversi.
Quelle invece più legate alla tradizione preislamica, come il No Ruz, seguono il calendario solare.
17 Gennaio | Martirio di Fatima |
11 Febbraio | Anniversario della Rivoluzione islamica |
25 febbraio | Nascita dell’Imam Ali |
11 Marzo | Mabaath (inizio del magistero profetico di Muhammad |
19 Marzo | Anniversario Nazionalizzazione del Petrolio |
20 – 24 Marzo | Vacanze di Noruz (inizia l’anno persiano 1400) |
29 Marzo | Nascita dell’Imam Ali |
31 Marzo | Nascita della Repubblica islamica |
2 Aprile | Sizdah Bedar (fine feste di Noruz) |
4 Maggio | Martirio dell’Imam Ali |
13 Maggio | Eid al-Fitr |
14 Maggio | Eid al-Fitr (Fine Ramadan) |
4 Giugno | Morte di Khomeini |
5 Giugno | Celebrazione rivolta del 15 Khordad (1963) |
6 Giugno | Martirio dell’Imam Sadeq |
20 Luglio | Eid Ghorban (Festa del Sacrificio) |
28 Luglio | Eid al-Ghadir |
18 Agosto | Tassoua |
19 Agosto | Ashura |
27 Settembre | Arbaeen |
6 Ottobre | Morte del Profeta Muhammad |
6 Ottobre | Martirio dell’Imam Hassan |
7 Ottobre | Martirio dell’Imam Reza |
15 Ottobre | Martirio dell’Imam Hassan Asgari |
19 Ottobre | Nascita del Profeta Muhammad |
19 Ottobre | Nascita Imam Sadeq |
Senza Anna, con Anna
La vigilia di Natale di questo incredibile e doloroso 2020 ci ha lasciati Anna Vanzan.
Era il 7 settembre quando partecipò a “Conversazioni sull’Iran” per parlare di femminismi islamici. La diretta fu interessantissima, ma il fuori onda – prima e dopo – fu esilarante. Anna era di ottimo umore, aveva passato una bella vacanza al mare e mi fece fare un sacco di risate.
Avremmo dovuto fare un’altra diretta il 19 novembre per parlare di “Mio zio Napoleone”, da lei tradotto, ma fummo costretti ad annullarla in extremis perché era stata appena ricoverata.
La sua scomparsa è una perdita enorme per la cultura italiana e per quella iraniana. Un dolore per tutti quelli che l’hanno conosciuta e che non la dimenticheranno mai.
Come ha scritto giustamente Farian Sabahi, il modo migliore per ricordarla è leggere tutto quello che ha scritto. Che è tantissimo e di valore.
E riascoltarla.
Ciao Anna.
Iran chiama, Italia risponde
L’Ayatollah Khamenei apre account social in italiano alla vigilia di Natale. L’ambasciatore Perrone rilascia un’intervista in persiano alla TV di Tehran
La notizia è stata una delle poche note di esteri battute dalla agenzie italiane nel giorno di Natale: l’Ayatollah Ali Khamenei, Guida della rivoluzione della Repubblica islamica dell’Iran, ha aperto diversi profili social in lingua italiana.
Dal suo account Twitter @it_Khamenei ha esordito con un messaggio di auguri per il Natale:
Sul profilo Instagram ha pubblicato la foto di una visita ai genitori di un martire cristiano della guerra con l’Iraq, riproponendo lo stesso messaggio di auguri lanciato via Twitter:
Porgo gli auguri a tutti i cristiani e musulmani del mondo, soprattutto ai connazionali cristiani, per l’anniversario della nascita di Gesù, il Messia, il nobile profeta.
Inaugurato anche il canale di Telegram https://t.me/Khamenei_it
Fin qui, nulla di particolarmente eclatante. Khamenei è su Twitter da molti anni, con un profilo in persiano e soprattutto con un profilo in inglese, usato spesso per messaggi politici importanti. Vale la pena sottolineare che il profilo in inglese ha quasi il triplo dei follower di quello persiano (quasi 900mila contro oltre 300mila). Altri account sono in arabo, spagnolo, tedesco e francese.
Colpiscono però due elementi di questa vicenda: la scelta di aprire l’account alla vigilia di Natale, per rivolgere gli auguri. E la qualità dell’italiano in cui gli account sono curati. Cosa niente affatto scontata, visto che in alcune occasioni il profilo Twitter si era fatto notare per qualche errore grossolano.
A chi si rivolgono i social di Khamenei? Esiste un pubblico italiano potenzialmente interessato? Forse, ma certamente non si tratta di una platea vastissima, almeno sulla carta.
L’operazione sembra perciò avere più un carattere politico e simbolico. E forse è quindi ancora più importante, se considerato in prospettiva.
A proposito: due settimane fa Khamenei era stato dato per morto (sarà la ventisima volta in quindici anni
L’ambasciatore Perrone alla TV iraniana
Proprio il giorno di Natale, l’ambasciatore italiano a Tehran Giuseppe Perrone ha dato prova del suo fluente persiano in un’intervista rilasciata a Najmeh Zeinali Janabadi nel programma Zafran. L’ambasciatore ha rimarcato i punti di contatto tra Italia e Iran, definendo la cultura “un ponte nella relazioni tra i due Paesi”.
Chi conosce anche vagamente il mondo diplomatico, sa che non è affatto scontato che un ambasciatore impari la lingua del Paese in cui svolge la missione. In questo senso, va riconosciuto a Perrone un impegno preciso fin dall’inizio del suo mandato.
Il tutto avviene pochi giorni dopo il “Workshop Italia-Iran sulla cooperazione scientifica e culturale”, tenutosi online il 17 dicembre nell’ambito della Iranian Research & Technology Week.
Pochi giorni prima, lo Europe-Iran Business Forum era stato rinviato – almeno ufficialmente – a seguito della condanna internazionale per la esecuzione del giornalista dissidente Ruhollah Zam. Luciana Borsatti ricostruisce la vicenda in un interessante articolo per Huff Post.
Sta di fatto che questa corrispondenza linguistica prima ancora che culturale o politica, potrebbe essere letta come una scelta di intraprendere un dialogo in cui l’Italia potrebbe riacquistare un ruolo significativo, abbandonato per miopia politica nell’ormai lontano 2003. Allora l’Italia era presidente di turno del Consiglio europeo ma il governo di centrodestra guidato da Silvio Berlusconi declinò l’invito di Tehran a entrare nel gruppo di contatto sulla questione nucleare. Al di là delle motivazioni ufficiali, l’Italia temeva le reazioni degli Usa di Bush junior, all’epoca fresco reduce – e apparente trionfatore – della rapida campagna di Iraq che aveva fatto cadere Saddam Hussein.
Saranno mesi molto importanti quelli che ci separano dalle elezioni presidenziali in Iran fissate per il 18 giugno 2021. Il 20 gennaio si insedia alla Casa Bianca Joe Biden. Khamenei ha già dato una luce verde al presidente Hassan Rouhani per tentare un recupero in extremis dell’accordo sul nucleare.
In tutto questo, la politica italiana sembra come sempre avvitata sulle questioni di equilibri (ed equilibrismi) interni. Si stanno dimostrando molto più attenti e capaci la diplomazia e i suoi interpreti.
Giulio Tamagnini, ambasciatore italiano a Tehran al momento dello scoppio della rivoluzione, scrisse:
“Considerata la distanza culturale tra Iran e Stati Uniti, è ai Paesi europei, e in particolare all’Italia che compete un ruolo in difesa e nell’interesse dell’Occidente in un Paese come l’Iran”.
Rostam e Sohrab
Oriental Book Club
Ecco Negah
Un nuovo sguardo sul mondo persiano. Video e podcast della diretta del 16 dicembre 2020 con Carolina Cotroneo, Elena Scarinci e Federica Ponzo
Vai al sito: http://negah.it/
Shirin Persia
Outsider
Rostam ed Esfandiar
Alla scoperta di Atiq Rahimi
Appuntamento con l’arte
Crowdfunding per Diruz
Sam, Zal e Simorgh
Rodari in Iran
La Saggezza Persiana
La cura del botox
Non c’è nulla da fare: per arrivare nel flusso dei media principali, il cinema iraniano è condannato a vincere. Non che sia una cosa difficile, a guardare i palmarès dei principali festival internazionali. Detto, fatto. Kaveh Mazaheri, classe 1981, al suo primo lungometraggio, ha vinto la trentottesima edizione del Torino Film Festival, aggiudicandosi anche il riconoscimento come migliore sceneggiatura.
Storia più grigia che nera: in una casa di campagna – presumibilmente poco fuori Tehran – vivono tre fratelli, un uomo e due donne.
La più grande, Akram, che ha superato i quarant’anni, soffre di autismo ed è vittima delle angherie del fratello Emad, che vive alla giornata e sogna di emigrare in Germania. L’altra sorella, Azar, lavora in un centro estetico della capitale, dove inietta botox alla signore bene, ma progetta di coltivare funghi allucinogeni da spacciare insieme al suo amante Saeid.

Questo quadro familiare non propriamente idilliaco, viene sconvolto da un imprevisto drammatico e facilmente intuibile, che però non vi sveliamo. Di qui tutto subisce un’accelerazione rapidissima che – è chiaro da subito – non può portare nulla di buono.
Il paragone con Fargo è d’obbligo, anche perché certe scene sembrano un omaggio esplicito al cinema allucinato dei Fratelli Cohen.

Come Tehran city of love di Ali Jaberansari, anche Botox racconta l’ossessione della società iraniana per la cura del corpo e per l’apparenza. E qui l’unica forma di saggezza sembra essere garantita dal disagio mentale.
Girato senza fronzoli, inquietante ma non angosciante, Botox merita di essere visto anche da chi non ama o non conosce il cinema iraniano. Un film che difficilmente avrebbe trovato spazio nelle sale italiane, ma che può farsi strada attraverso lo streaming. Che ci piaccia o meno, il cinema d’ora in avanti sarà (anche) questo.
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Sotto il tappeto persiano
La questione omosessuale in Iran. Video e podcast della diretta del 26 novembre con Giuseppe Taddeo

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Dah shab
Ottobre 1977, dieci notti di poesia rivoluzionaria a Tehran. Video e podcast della diretta del 25 novembre con Stella Morgana

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I rapporti Usa – Iran verso la presidenza Biden
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Storie dallo Shahnameh – 1. Video e podcast della diretta con Davood Abbasi del 20 novembre 2020

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La mia Tehran – Seconda parte
Video e podcast della diretta di mercoledì 18 novembre 2020 con Tiziana Buccico

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Tala va mes
Video e podcast della diretta di martedì 17 novembre 2020 con Khorshid Shekari sul film di Homayoun Asadian
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Shab-e Yalda. Notte di poesia
Il 21 dicembre in Iran si celebra Shab-e Yalda. È la notte più lunga dell’anno. Da questo momento in poi, le giornate si allungano poco alla volta.
In questa notte le famiglie iraniane si riuniscono per mangiare anguria, cantare ed esprimere desideri attraverso le poesie di Hafez. Per esorcizzare il buio della notte, vengono accese candele e lanterne.
Mai come quest’anno abbiamo tutti bisogno di vedere la luce alla fine di questo lungo inverno.
Diruz e Negah, in collaborazione con l’Istituto culturale dell’Iran, hanno deciso di celebrare questa ricorrenza insieme, ma a distanza, in una diretta che ci auguriamo il più lunga e partecipata possibile.
Si inizia alle ore 21,30, si andrà avanti finché avremo poesie da declamare e voglia di stare insieme.
Chiunque lo vorrà, potrà intervenire per leggere una poesia, non necessariamente persiana.
Sarà anche possibile partecipare con proprie composizioni.
Possono partecipare tutti, con poesie di ogni Paese, di ogni lingua, su ogni tema.
PREMIAZIONI SHAB-E YALDA NOTTE DI POESIA
- La migliore composizione della tavola di Yalda: CRISTINA BIANCIARDI
- La migliore poesia originale: MELISSA FEDI
- La migliore interpretazione di poesia non originale: MARYAM KARAMI
I premi sono gentilmente messi a disposizione dell’Istituto culturale dell’Iran.