Podcast e video della diretta con Davood Abbasi
L’ariete
Se il sole muore
Lo sguardo oltre
Presentazione del Festival di Nowruz
Giornata internazionale della lingua madre
Buoni e cattivi
Street Art in Iran
Afghanistan
La storia secondo Davood – 2
A proposito di una rivoluzione
Viaggio nella Persosfera
Stallo tra Biden e Iran
La storia secondo Davood
Le relazioni Iran – Cina
Il calendario persiano
Isfahan. La piazza…
Per contemplare la bellezza
Per la serie, Tehran
Figli delle stelle – Seconda parte
L’anno d’oro del cinema iraniano
Settecento sipari del cuore
Figli delle stelle – 1
Ecco la terza stagione
Festività in Iran nel 2021
Spesso il calendario persiano genera confusione nei non iraniani. Si intrecciano, infatti, tre calendari: quello solare iraniano, quello lunare islamico e quello cristiano comunemente adottato a livello internazionale.
Le festività islamiche seguono il calendario lunare e quindi cadono ogni anno in giorni diversi.
Quelle invece più legate alla tradizione preislamica, come il No Ruz, seguono il calendario solare.
17 Gennaio | Martirio di Fatima |
11 Febbraio | Anniversario della Rivoluzione islamica |
25 febbraio | Nascita dell’Imam Ali |
11 Marzo | Mabaath (inizio del magistero profetico di Muhammad |
19 Marzo | Anniversario Nazionalizzazione del Petrolio |
20 – 24 Marzo | Vacanze di Noruz (inizia l’anno persiano 1400) |
29 Marzo | Nascita dell’Imam Ali |
31 Marzo | Nascita della Repubblica islamica |
2 Aprile | Sizdah Bedar (fine feste di Noruz) |
4 Maggio | Martirio dell’Imam Ali |
13 Maggio | Eid al-Fitr |
14 Maggio | Eid al-Fitr (Fine Ramadan) |
4 Giugno | Morte di Khomeini |
5 Giugno | Celebrazione rivolta del 15 Khordad (1963) |
6 Giugno | Martirio dell’Imam Sadeq |
20 Luglio | Eid Ghorban (Festa del Sacrificio) |
28 Luglio | Eid al-Ghadir |
18 Agosto | Tassoua |
19 Agosto | Ashura |
27 Settembre | Arbaeen |
6 Ottobre | Morte del Profeta Muhammad |
6 Ottobre | Martirio dell’Imam Hassan |
7 Ottobre | Martirio dell’Imam Reza |
15 Ottobre | Martirio dell’Imam Hassan Asgari |
19 Ottobre | Nascita del Profeta Muhammad |
19 Ottobre | Nascita Imam Sadeq |
Senza Anna, con Anna
La vigilia di Natale di questo incredibile e doloroso 2020 ci ha lasciati Anna Vanzan.
Era il 7 settembre quando partecipò a “Conversazioni sull’Iran” per parlare di femminismi islamici. La diretta fu interessantissima, ma il fuori onda – prima e dopo – fu esilarante. Anna era di ottimo umore, aveva passato una bella vacanza al mare e mi fece fare un sacco di risate.
Avremmo dovuto fare un’altra diretta il 19 novembre per parlare di “Mio zio Napoleone”, da lei tradotto, ma fummo costretti ad annullarla in extremis perché era stata appena ricoverata.
La sua scomparsa è una perdita enorme per la cultura italiana e per quella iraniana. Un dolore per tutti quelli che l’hanno conosciuta e che non la dimenticheranno mai.
Come ha scritto giustamente Farian Sabahi, il modo migliore per ricordarla è leggere tutto quello che ha scritto. Che è tantissimo e di valore.
E riascoltarla.
Ciao Anna.
Iran chiama, Italia risponde
L’Ayatollah Khamenei apre account social in italiano alla vigilia di Natale. L’ambasciatore Perrone rilascia un’intervista in persiano alla TV di Tehran
La notizia è stata una delle poche note di esteri battute dalla agenzie italiane nel giorno di Natale: l’Ayatollah Ali Khamenei, Guida della rivoluzione della Repubblica islamica dell’Iran, ha aperto diversi profili social in lingua italiana.
Dal suo account Twitter @it_Khamenei ha esordito con un messaggio di auguri per il Natale:
Sul profilo Instagram ha pubblicato la foto di una visita ai genitori di un martire cristiano della guerra con l’Iraq, riproponendo lo stesso messaggio di auguri lanciato via Twitter:
Porgo gli auguri a tutti i cristiani e musulmani del mondo, soprattutto ai connazionali cristiani, per l’anniversario della nascita di Gesù, il Messia, il nobile profeta.
Inaugurato anche il canale di Telegram https://t.me/Khamenei_it
Fin qui, nulla di particolarmente eclatante. Khamenei è su Twitter da molti anni, con un profilo in persiano e soprattutto con un profilo in inglese, usato spesso per messaggi politici importanti. Vale la pena sottolineare che il profilo in inglese ha quasi il triplo dei follower di quello persiano (quasi 900mila contro oltre 300mila). Altri account sono in arabo, spagnolo, tedesco e francese.
Colpiscono però due elementi di questa vicenda: la scelta di aprire l’account alla vigilia di Natale, per rivolgere gli auguri. E la qualità dell’italiano in cui gli account sono curati. Cosa niente affatto scontata, visto che in alcune occasioni il profilo Twitter si era fatto notare per qualche errore grossolano.
A chi si rivolgono i social di Khamenei? Esiste un pubblico italiano potenzialmente interessato? Forse, ma certamente non si tratta di una platea vastissima, almeno sulla carta.
L’operazione sembra perciò avere più un carattere politico e simbolico. E forse è quindi ancora più importante, se considerato in prospettiva.
A proposito: due settimane fa Khamenei era stato dato per morto (sarà la ventisima volta in quindici anni
L’ambasciatore Perrone alla TV iraniana
Proprio il giorno di Natale, l’ambasciatore italiano a Tehran Giuseppe Perrone ha dato prova del suo fluente persiano in un’intervista rilasciata a Najmeh Zeinali Janabadi nel programma Zafran. L’ambasciatore ha rimarcato i punti di contatto tra Italia e Iran, definendo la cultura “un ponte nella relazioni tra i due Paesi”.
Chi conosce anche vagamente il mondo diplomatico, sa che non è affatto scontato che un ambasciatore impari la lingua del Paese in cui svolge la missione. In questo senso, va riconosciuto a Perrone un impegno preciso fin dall’inizio del suo mandato.
Il tutto avviene pochi giorni dopo il “Workshop Italia-Iran sulla cooperazione scientifica e culturale”, tenutosi online il 17 dicembre nell’ambito della Iranian Research & Technology Week.
Pochi giorni prima, lo Europe-Iran Business Forum era stato rinviato – almeno ufficialmente – a seguito della condanna internazionale per la esecuzione del giornalista dissidente Ruhollah Zam. Luciana Borsatti ricostruisce la vicenda in un interessante articolo per Huff Post.
Sta di fatto che questa corrispondenza linguistica prima ancora che culturale o politica, potrebbe essere letta come una scelta di intraprendere un dialogo in cui l’Italia potrebbe riacquistare un ruolo significativo, abbandonato per miopia politica nell’ormai lontano 2003. Allora l’Italia era presidente di turno del Consiglio europeo ma il governo di centrodestra guidato da Silvio Berlusconi declinò l’invito di Tehran a entrare nel gruppo di contatto sulla questione nucleare. Al di là delle motivazioni ufficiali, l’Italia temeva le reazioni degli Usa di Bush junior, all’epoca fresco reduce – e apparente trionfatore – della rapida campagna di Iraq che aveva fatto cadere Saddam Hussein.
Saranno mesi molto importanti quelli che ci separano dalle elezioni presidenziali in Iran fissate per il 18 giugno 2021. Il 20 gennaio si insedia alla Casa Bianca Joe Biden. Khamenei ha già dato una luce verde al presidente Hassan Rouhani per tentare un recupero in extremis dell’accordo sul nucleare.
In tutto questo, la politica italiana sembra come sempre avvitata sulle questioni di equilibri (ed equilibrismi) interni. Si stanno dimostrando molto più attenti e capaci la diplomazia e i suoi interpreti.
Giulio Tamagnini, ambasciatore italiano a Tehran al momento dello scoppio della rivoluzione, scrisse:
“Considerata la distanza culturale tra Iran e Stati Uniti, è ai Paesi europei, e in particolare all’Italia che compete un ruolo in difesa e nell’interesse dell’Occidente in un Paese come l’Iran”.
Rostam e Sohrab
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Ecco Negah
Un nuovo sguardo sul mondo persiano. Video e podcast della diretta del 16 dicembre 2020 con Carolina Cotroneo, Elena Scarinci e Federica Ponzo
Vai al sito: http://negah.it/